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Perché utilizzare gomitoli di cashmere

Perché utilizzare gomitoli di cashmere

Perché utilizzare gomitoli di cashmere

Oggi scopriremo perchè dovremmo usare i gomitoli di cashmere per le nostre creazioni!

Uno dei filati più richiesti e apprezzati nella stagione delle temperature fredde sono i gomitoli di cashmere.

Si confezionano maglioni e maglie, sciarpe e vestiti.

È una morbidezza sicura in cui rifugiarsi quando il freddo inizia e fino almeno alla primavera non ci abbandona.

Sempre più negozi lo trattano tra i loro articoli, così come lo shop on line, è importante essere consapevoli che a volte non si tratta di materiale di qualità, quindi è importante imparare a riconoscerlo e scegliere quello che effettivamente vale la spesa.

Maglioni offerti a prezzi stracciati per questa fibra non esistono proprio e la qualità, si sa, ha il suo prezzo, gli originali gomitoli di cashmere sono vestiari che per tanti inverni continueranno a proteggerci.

Gomitoli di Cashmere: caratteristiche

Il nome di questo filato è legato all’animale da chi viene proviene.

Le sue fibre sono infatti provenienti dal vello di capre appartenenti ad una specie molto particolare, che si alleva in paesi asiatici come l’Iran, la Russia, l’Afghanistan, la Turchia e l’India; sono individuate come capre cashmere, in inglese Kashmir goats.

Non tutte le capre di questa specie producono fibre della identica qualità, alcune ne hanno di più pregiata come nel caso delle capre che pascolano sugli altopiani della Mongolia Interna cinese.

Le fibre ricavate dal loro manto sono particolarmente fini, arrivano addirittura a misurare 14/15 micron e sono molto uniformi e lunghe, questa caratteristica si traduce filati per maglioni e vestiti particolarmente morbidi e vellutati al tatto.

Kashmir goats

Le capre della Mongolia producono ben due tipi di fibra, quella brown e quella white, a seconda che geograficamente ci si trovi nella parte Nord, del deserto del Gobi, oppure nella parte Sud, nell’Inner Mongolia.

La fibra white è quella più preziosa in assoluto.

Queste zone sono effettivamente molto fredde e le capre sono protette da un doppio manto, un doppio strato.

Il primo è quello visibile esternamente che si presenta più ruvido ed è composto da peli grossolani, l’altro strato è pelo più tenero rassomigliante a una lanugine corta, abbastanza sottile e molto calda, posta a contatto con il corpo ed è chiamata “duvet”.

Il periodo migliore per la raccolta del pelo è in primavera quando i pastori tagliano la parte esterna del pelo per poi arrivare a quella più soffice, da raccogliere con dei pettini a denti lunghi.

Successivamente si divide il pelo esterno dal duvet che viene conservato attentamente perché è da questo che si ricavano i veri gomitoli di cashmere.

Dopo il taglio del pelo si esegue il lavaggio e poi la degiarratura, un processo che rende le fibre più pure ed elimina quanti più peli neri e giarre possibile.

È una selezione che assicura un materiale puro e di qualitá ma che diminuisce la quantità prodotta.

Una singola capra della Mongolia produce al netto della degiarratura solamente circa 150-200 grammi di fibra di cashmere su circa 2 chili di mantello integrale tosato.

Quindi solo il 10% circa e un altro 10% si perde inevitabilmente durante la filatura.

Gomitoli di Cashmere: vantaggi

Da quanto suddetto si capisce che non risulta affatto banale ottenere facilmente i gomitoli di cashmere, valido motivo per cui se ne giustifica l’elevato costo, nonostante le leggi della concorrenza e del mercato.

I gomitoli di cashmere messi a confronto con la lana, risultano di materiale evidentemente di tutt’altro stampo, è più morbido e brillante, ha toni più lucidi ed è pure isotermico.

Sono dei pregi che si notano subito, al tocco e alla vista, senza essere dei grandi esperti.

Se si attuano ulteriori analisi al microscopio, si può notare che il pelo è formato da scaglie meno nette rispetto a quelle della lana, con margini distanziati e con angoli lisci.

In queste caratteristiche risiede la ragione della sua qualità unica.

Il primo vantaggio dei gomitoli di cashmere è dunque certamente la morbidezza che conferisce al capo un notevole comfort quando lo si indossa e si avverte subito che la nostra pelle al contatto ne gradisce la delicatezza.

Con le pelli molto sensibili il cashmere costituisce per esse una delle poche fibre indossabili.

Poiché si tratta di una fibra adatta ai capi e vestiari invernali, è importante che gli indumenti abbiano la capacità di mantenere la temperatura costante.

Le fibre di cashmere hanno il vantaggio di termoregolarsi cosicché in inverno mantengono caldo e in estate sanno essere più fresche, si adattano al contesto ambientale e inoltre assorbono l’umidità sia interna, il sudore, che esterna, in quanto igroscopiche, e sono scevre di qualsiasi polvere perché non soggette a campi elettromagnetici o elettrostatici.

Se capita di acquistare un capo in puro cashmere, quando lo si lava si noterà un atteggiamento alquanto strano quando incontra l’acqua, infatti le sue fibre reagiscono allontanandosi tra di loro quando si bagnano; significa che si infeltriscono molto meno della lana, proprio grazie alle scaglie di diversa natura visibili solo al microscopio.

Chi ama vestirsi con fantasia trova nel cashmere una varietà e una fantasia di tinte su cui spaziare, almeno 7 dal bianco al marrone, al grigio al rossiccio, che non stingono e sono durevoli.

Il cashmere ha anche dei difetti, è un materiale con resistenza inferiore a quella della lana purtroppo, e va laviamo con cura e va protetto quando lo conserviamo.

Ha pure l’effetto pilling che è uno dei difetti più frequenti, cioè della comparsa di peluria e di piccole palline di fibra.

Man mano che questo fenomeno aumenta e si amplifica il capo potrà apparire più vecchio e malandato.

Di converso, oggi, grazie alle nuove tecnologie e alla ricerca, si riescono ad ottenere fibre sempre più resistenti e meno soggetto a questo fenomeno.

Cashmere: come scegliere

Quando ci si trova davanti a dei capi di cashmere, per poterne valutare la qualità dobbiamo basarci su alcuni precisi criteri.

Esiste per questo, infatti, un vero e proprio standard per classificare la bellezza e quindi del prezzo di questa preziosa materia prima.

Ciò che si valuta sono: il colore, la purezza, la finezza e la lunghezza.

Il migliore e più pregiato è quello più chiaro, sottile e lungo, privo di giarre e di peli neri.

Naturalmente avrà il suo bravo prezzo.

In teoria sia i produttori che gli importatori di maglieria dovrebbero indicare per ogni prodotto l’origine e la provenienza della materia prima e del filo, unitamente, per il capo finito, il luogo di confezionamento, se è puro cashmere. 

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